- Dott. Manuele Matera
Il rilassamento integrato: una tecnica per i disturbi d'ansia
Articolo pubblicato su Quaderni di Psicoterapia Comparata, nr. 6/2017 (luglio 2017)
1. Introduzione
Intorno agli anni trenta il medico J.H. Schultz compiva esperimenti con l’utilizzo di tecniche ipnotiche che permettessero al soggetto di parlare ed esprimersi liberamente durante l’intera sessione ipnotica. Sebbene dall’analisi dei verbali di centinaia di casi sia clinicamente sani che portatori di patologia emergessero sostanziali differenze, l’aspetto più interessante risultò la presenza di alcuni elementi comuni in praticamente tutti i casi, ovvero le sensazioni percepite di calore e pesantezza a carico degli arti, il rallentamento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria, la sensazione di caldo a livello addominale e di fresco in corrispondenza della fronte quando venivano suggerite sensazioni generali di rilassamento.
Da tali considerazioni Schultz trasse l’ipotesi che potesse realizzarsi anche il fenomeno opposto, ovvero che inducendo le sensazioni sopra descritte la persona potesse raggiungere uno stato di distensione e tranquillità. Il passo successivo fu quello di ideare un metodo con il quale allenare (training) il soggetto a procurarsi tali sensazioni e da ripetere con esercizi di complessità progressiva durante tutta la settimana e senza la presenza del conduttore (autogeno). Tale lavoro venne definitivamente sistematizzato con l’uscita dell’opera Das autogene Training (Schultz, 1932).
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