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Dipendevo dal mio ex

Sono una ragazza di 26 anni che ha da circa un anno superato un disturbo da attacchi di panico e agorafobia.
Accanto a me, in questi anni è sempre rimasto il mio ragazzo con il quale sono stata sette anni...lui rappresentava per me l'affetto, la sicurezza, la "casa", la serenità.
Quando era in corso la guarigione , circa un anno fa, ho iniziato ad accorgermi che ciò che sentivo per il mio ragazzo era un legame strettamente collegato al mio stato di "dipendenza" dovuto alla malattia.
Mi rendevo conto che forse da tanto lo guardavo con tenerezza, affetto, ma non amore. Per me era un punto di riferimento importante. Quando poi ho iniziato a stare bene in effetti la nostra storia è finita per mia volontà.
Dopo circa un anno ho iniziato una relazione con un ragazzo psicologicamente molto maturo, come se ne trovano pochi. Il punto è che durante questi quattro mesi il passato è comparso dentro di me più volte.
Nella mia testa ci sono continui paragoni sottaciuti tra lui e il mio ex, ripenso spesso al passato non perchè lui manchi in qualcosa...non mi spiego il motivo.
Non da sottovalutare secondo me è il senso di colpa che ho verso il mio ex compagno dato che ha sofferto e sta continuando a soffrire per me e a volte sento l'esigenza di tornare indietro e dargli tutto ciò che non sono riuscita a dare un po' per i miei problemi e un po' perchè poi l'ho "abbandonato". Ora sono di nuovo sola. Non so in quale direzione andare. Sono ferma tra passato e futuro e sembrerà strano non riesco a prendere una decisione. A capire. Mi sento molto giù. Non riesco a reagire.
Vorrei un vostro consiglio. Ve ne sarei grata.

 

Risponde il dott. Manuele Matera

 

Salve,
ciò che racconti è molto chiaro e nitido, il rapporto con il tuo ex non si basava più sul desiderio di stare insieme quanto sul bisogno, e quando ciò accade è molto difficile che un rapporto possa continuare a procedere con serenità.
Quello che forse non hai ancora messo a fuoco - non è così semplice da comprendere da soli - è che in un rapporto di dipendenza è molto difficile che solamente uno dei due attori della coppia trovi appagamento dall’altro; ad esempio molto spesso entrambi dipendono reciprocamente. La percezione può essere distorta perché chi si trova in un ruolo quale quello del bisognoso, affetto da panico e agorafobia, è più facile si definisca e venga definito come colui che dipende, mentre chi si ritrova nel ruolo del “misericordioso” è più difficile che venga correttamente letto nei suoi paritari bisogni, in quanto si nutre della storia in un modo molto differente e meno chiaro allo sguardo comune.
Scrivi di non esser riuscita a dare molto al tuo ex, ma di questo non sono molto sicuro, probabilmente hai dato qualcosa che è più difficile da vedere e quantificare.
In sintesi, quello che sto provando a dirti è che se tu vivevi in un rapporto di dipendenza dal tuo ex, dettato dal panico e dall’agorafobia, è molto probabile che anche il tuo ex trovasse un appagamento a qualche suo bisogno profondo nello starti vicino in questa storia.
Se la vostra storia si fosse basata su fondamenta solide e non di dipendenza (di desiderio e non di bisogno), una volta risolti i tuoi problemi la vostra coppia si sarebbe potuta ristrutturare con una nuova forma più gratificante e solida per entrambi.
Si tratta ovviamente di una ipotesi, è molto complesso se non addirittura impossibile dire qualcosa a distanza e conoscendo solamente ciò che scrivi. Ti invito comunque a riflettere su ciò che ti scrivo per capire se ti possa essere utile a comprendere altro della tua storia o eventualmente a stimolarti pensieri differenti da quelli da me proposti, altrettanto se non addirittura più preziosi dei miei in quanto tuoi. 
Potresti trovarti in un momento molto importante della tua vita, un momento di cambiamento, dove si abbandona definitivamente il passato (il panico, il tuo ex ragazzo e tutto ciò che rappresentava, il dipendere da qualcuno o da qualcosa, ecc…) per traghettarsi verso il nuovo, che come ogni cosa nuova ci fa provare un grandissimo disagio perché non lo conosciamo. Ma una volta che avrai vinto la paura del nuovo e sarai riuscita nella tua opera di passaggio, scoprirai che non torneresti indietro per niente al mondo.

 In bocca al lupo, di cuore,
Manuele Matera

Contatti

Dott. Manuele Matera
Psicologo Psicoterapeuta
Tel. 347 7594948
manuele.matera@gmail.com


Dott.ssa Chiara Giustini
Psicologa Psicoterapeuta
Tel. 329 7237166
chiara.giustini@gmail.com

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La perdita dell'autostima

Buongiorno dottoressa...il problema è che da quando ho avuto problemi di salute che hanno anche mutato il mio aspetto estetico ho perso anche autostima e fiducia in me stesso oltre ad essere oggettivamente meno attraente e infatti a ricevere molti ma molti meno complimenti dalle ragazze etc... E' come se da 3 anni fossi entrato in questo tunnel da dove non riesco uscire nonostante lotti ogni giorno; anche perchè per trovare cure adeguate dovrei spostarmi in strutture specializzate da Roma in su perchè dove sto io nonostante tentativi ho avuto risultati fallimentari. La voglia di vivere è grande dentro di me l'isitinto di far ridere, sorridere, divertire e affscinare le ragazze... come facevo un tempo è tanta... è "tutto", è come se fosse la missione naturale di ogni uomo quindi mi sento svilito... La mia più grande paura è quella di non trovare una soluzragione alle mia guarigione, a quel punto non saprei cosa fare della mia vita. So che nella vita a tutto c'è rimedio e che niente è impossibbile ma davvero questi problemi mi sembrano insormontabili e... purtroppo non ho la giusta assistenza famigliare. I miei genitori orami da qualche anno sembrano davvero in una fase demenziale... hanno 60 anni e nonostnate le mie richieste di aiuto... mi scioccano con la loro superficialità e impotenza. La ringrazio... a presto

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